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Frascati, Fratelli D’Italia: Perplessità sul bando di concessione dei parcheggi

Riceviamo e pubblichiamo una nota dall’Ufficio stampa di Fratelli d’Italia in merito al bando per la concessione dei parcheggi del Comune di Frascati.

“Non c’è bisogno di essere esperti in diritto commerciale – scrive Fratelli d’Italia – o conoscere quanto prescrive la Comunità Europea in materia di gare pubbliche d’appalto per capire che l’interesse pubblico in una gara d’appalto lo si persegue solo scegliendo il partecipante alla gara che offra le migliori condizioni di effettuazione del “servizio” messo a gara e la solvibilità dell’aggiudicatario. E, per ottenere questo risultato è logico pensare che più ampia è la schiera dei concorrenti maggiori sono le possibilità che quegli obiettivi (qualità ed economicità del servizio e solvibilità dell’aggiudicatario) siano realizzati.

Leggendo il disciplinare del Comune di Frascati per l’affidamento in concessione del servizio di gestione dei parcheggi pubblici a pagamento, qualche dubbio s’insinua nella mente del lettore che, inevitabilmente, si chiede se il disciplinare abbia avuto come stella polare questi obiettivi da realizzare.
La maglia stretta (servizi analoghi: tre anninumero di stalli non inferiore a 2.000 – servizio di punta: tre anni, popolazione residente non inferiore a 20.000, 1.200 stalli gestiti) fa sì con queste specifiche caratteristiche non si possano presentare alla gara tanti concorrenti avendo, a priori immotivatamente escluso, ad esempio, imprese di nuova costituzione o anche di vecchia costituzione che non abbiano i parametri richiesti.

E un’altra domanda s’impone: come si può pensare che questo disciplinare rispetti un principio fondante della legislazione comunitaria che è quello della libera concorrenza, quella prevista dal disciplinare non è concorrenza a tutto tondo ma solo una gara tra soggetti preselezionati sulla base di principi, di per sé inaccettabili, e che, comunque, non danno alcuna certezza di bontà della scelta.

Alla fine, se vogliamo essere schietti fino in fondo, le limitazioni previste dal disciplinare alimenterebbero, ingiustamente, quelle infinite chiacchiere di paese che troverebbero spazio a far circolare la sensazione che l’opzione di limitare l’ambito di partecipazione sia voluta e sia indirizzata alla necessità che a vincere siano solo persone gradite.

Noi, che amiamo i fatti e non le chiacchiere (e, come tali, non vogliamo neanche lontanamente che queste chiacchiere possano avere un minimo di fondamento) pensiamo, invece, che il disciplinare vada allargato in modo che si possa scegliere in campo largo il miglior aggiudicatario del servizio.

E tutto ciò anche per evitare che il procedimento di assegnazione non vada alla calende greche perché, così restando le cose, è inevitabile che qualcuno pensi a ricorsi contro la procedura di assegnazione”.

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