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UCRAINA: D’AMATO “NO VAX TRA I PROFUGHI ? MOTIVI RELIGIOSI”

‘Coordinamento europeo per fare prevenzione ai confini’ (ANSA) – ROMA, 04 MAR – “L’Ucraina è una delle aree con il più basso tasso di vaccinazione in Europa, ci sono una serie di motivi, primo tra tutti è quello religioso. Gli ortodossi, lo sappiamo, sono molti cauti verso la vaccinazione. Abbiamo vissuto queste difficoltà anche le Lazio, non solo con gli ortodossi, anche con i Sikh. La differenza l’ha fatta il coinvolgimento delle autorità religiose. Mi appello a loro in questo momento. Il loro aiuto è fondamentale”. Lo dice, in un’intervista a La Repubblica, l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, in merito alle difficoltà che si stanno riscontrando nel vaccinare gli ucraini che arrivano in Italia. L’assessore non vuole allarmismi ma ribadisce quale deve essere la linea da seguire: “È giunto il momento di organizzarsi. E non solo noi nel Lazio, serve un coordinamento strutturato a livello nazionale ed Europeo. Noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo aperto l’hub di Termini, e da oggi lanciamo un numero verde, 800118800. Diciamo la verità: non possiamo pensare di andare a rincorrere gli ucraini a Roma con la siringa in mano – sottolinea D’Amato -. Si tratta di flussi molto volatili”. Per D’Amato l’unico modo per fare prevenzione è “andare nelle aree di prima accoglienza. E non dico in Italia, ma ai confini con l’Ucraina. Ci sono 8 punti dove i profughi si raccolgono, tra Polonia, Romania, e gli altri paesi limitrofi.
Ci sono team di medici del Lazio pronti a partire. Lì potremmo allestire degli ospedali da campo, oppure appoggiarci a quelli già esistenti, e vaccinare e tamponare tutti gli ucraini che vogliono venire in Italia. Possiamo portare tarmaci, dare supporto alle famiglie”. Serve pensare a nuovi presidi, oppure dei camper sanitari davanti alle stazioni dove arrivano i pullman degli ucraini? “Ne abbiamo già tantissimi, sia a Roma che in provincia. Abbiamo hub grandi e organizzati, peraltro in questo momento, le strutture sono anche sovradimensionate rispetto ai flussi di vaccinazione che portiamo avanti. Non credo ci sia bisogno di nuovi hub quanto di un sistema in grado di intercettare queste persone”, ribadisce D’Amato.

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